Gela, l’Europa e la sostenibilità
In questi giorni c’è stato e c’è un grande da fare nella quinta città della Sicilia, l’antica Gela. Tra qualche mese la città dovrà esprimere un nuovo sindaco. Mai questo territorio, posto a sud del sud, si è trovato innanzi ad un destino non scritto da abili ed invisibili mani. Si parla di bonifiche del territorio, investimenti, liberalizzazioni, aree franche: “il teorema è quasi perfetto” L’illusione è pronta sia a sinistra che a destra. In poche parole “Teatru”… Tutto il consiglio comunale si è alleato in maniera trasversale e unanime contro un nemico comune che ha osato bussare alle porte di questa città del sud del mondo: L’Europa, si proprio quell’Europa a cui Gela doveva ispirarsi per uscire dalla sua miserabile esistenza. Il principio di sostenibilità ambientale, oggi legge dello stato italiano, bisogna bisbigliarlo in silenzio senza che se ne accorga nessuno. Se alla fine decidi di occupartene sembra di commettere reati penali o peggio….., tutti ti guardano con quello sguardo tipico di chi guarda gli “infami”. Poi ti gridano con parole certe: Gela o meglio i gelesi non sono pronti per questo. Quel consiglio si è schierato contro il Piano di Gestione dei siti di natura 2000. Tutti contro la sostenibilità. Proprio così. La rete ecologici ha lo scopo di tutelare gli habitat e le specie per le future generazioni. Gela ha la grande fortuna di essere una delle aree italiane più importanti, ma ha la sfortuna che i gelesi non sono padroni del proprio destino.
Addirittura c’è chi va nelle tv locali per minacciare coloro che lavorano a questo grande progetto europeo della rete natura 2000 per conto di ordini professionali. Chi ha ridotto in queste condizioni il territorio di Gela, chi l’ha ridotta così? I tecnici che resposabilità hanno avuto? Sono solo i citadini i responsabili? In questo contesto quale sindaco verrà espresso? Spero, per il bene dei gelesi, che chiunque sarà eletto sindaco dovrà avere il coraggio di gridare contro la mafia e contro tutti coloro che sono stati corresponsabili del degrado socioculturale e ambientale a qualsiasi titolo. Per i giovani ci sarà un futuro nuovo, diverso, per come l’abbiamo immaginato, sopratutto sarà un futuro sostenibile, proiettato a nuove economie: il progetto sostenibile europeo. Andiamo tutti verso quell’Europa che ci fu prospettata come un illusione. Leggete l’illusione scritta da qualcuno più importante di me (Peppino Fava) nelle inchieste ” Processo alla Sicilia” da cui è tratto il testo seguente: ”Qui è avvenuto l’incontro fatale, qui fu il talamo, l’imeneo, la prima notte di nozze. Qui il sud povero, fantastico, triste, geloso, drammatico, il Sud dei pecorai, dei mandriani, degli analfabeti infelici, degli uomini buoni a tutto e buoni a nulla, qui il sud ha sposato la grande industria del nord, la industria moderna, lucida, metallica, efficiente, ogni macchina che serve a qualcosa e nell’ora esatta, ognuno con un lavoro preciso e un guadagno proporzionato al suo lavoro. In un processo alla Sicilia Gela è un testimone essenziale, è qualcuno che sa quasi tutto. E’ il luogo esemplare dove il mito dell’industria si è realizzato: il teorema dell’industria che salva i miserabili e redime le generazioni.
Sulla lavagna il teorema era perfetto: abbiamo una vecchia città del sud, logora, triste, polverosa, povera abitata da una popolazione con il trenta per cento di analfabeti e il venti per cento di disoccupati. Poniamo accanto a questa città depressa una grande industria moderna, uno stabilimento gigantesco, capace di assorbire alcune migliaia di operai. Entro dieci anni quel territorio sarà ad un livello Europeo: saranno scomparse le attività secondarie e miserabili. Cancellata la disoccupazione, decimato l’alfabetismo, eliminata la delinquenza, la sporcizia, la noia. Se questa città è sul mare avremo inoltre un porto, avremo un autostrada per altri centri più vasti, l’acqua irrorerà le plaghe agricole, le case degli uomini saranno confortanti, ci saranno bigliardi, dancing, night, forse campi di tennis e piscine. Anche il panorama sarà modificato: officine, laboratori, scuole più vaste, ospedali più attrezzati, alberghi, più automobili, bambini più nutriti, educati, corretti.”
Rifletette e non lasciate che i pochi possano prevalere sui tanti.
Emilio Giudice